venerdì 19 gennaio 2024

 Acciaieria
e populismo

Gentile Direttore,

Inutile che i sindacalisti, sociologi e economisti, della provincia di Udine convergano in una "tempesta di cervelli" per trovare la soluzione alla preoccupante deindustrializzazione locale, quando solo una infima minoranza ha scritto e detto, senza lasciare tracce nelle formazioni sindacali e in particolare del settore metalmeccanico, al riguardo della acciaieria di S. Giorgio di Nogaro che da sola apporterebbe circa lo 8% del PIL regionale.
Dopo di ciò gli stessi soloni sindacali e amministratori pubblici, niente dicono di come potranno assicurare ai propri associati e amministrati, quei servizi sempre più onerosi con un monte salari che si riduce sempre di più e che stanno scemando giorno dopo giorno, con tassazioni stratosferiche per le entrate tributarie dal totale del reddito da lavoro dipendente che nel frattempo si è ridotto dal 22% al 17%.
Sempre più siamo una regione assistita, dove la parte del leone la fanno i trasferimenti finanziari e per secondo il terziario, lasciando le entrate da lavoro produttivo al ruolo di Cenerentola.
Proposte e rivendicazioni serie non sono ancora pervenute, mentre gli amministratori regionali latitano, dedicandosi al populismo per cercare il facile consenso, tradendo la loro funzione.

Renzo Riva
Buja

3735102338

Via Avilla, 12
33030 Buja

domenica 18 settembre 2022

domenica 19 settembre 2021

 Nuova era per

 il nucleare in Italia  Gentile direttore, La ringrazio per lo spazio che mi concede. Quali centrali termoelettronucleari e da chi finanziate? Quali prospettive e proposte, dopo la dichiarazione dell'amministratore delegato dello ENEL dott. Francesco Starace? Mai più nucleare in capo allo ENEL tuonò alla tre giorni di Cernobbio allo studio Ambrosetti e ne aveva ben donde. Ormai il mercato delle civili abitazioni continuerà con l'attuale tendenza ai rincari per rincorrere il gas sul cui versante l'Italia è l'unica nazione al mondo che lo utilizza per oltre il 50% del suo fabbisogno elettrico; aderente alle esigenze di chi è disposto anche a pagare cara l'energia per mantenere il suo perentorio no al nucleare e con impropri costi tipo il capacity payment o il take or pay, e che non potrà comunque evitare. Per questo sarà opportuno non si alzino lamentazioni da questo versante. Quali altre prospettive per il settore industriale in specie quello energivoro? Le stesse esperimentate in Finlandia con il principio Mankala, dove si costituì in consorzio (TVO) di imprese energivore per chiedere, costruire e gestire un reattore nucleare dove ogni aderente ha acquisito un diritto ad una quota, impegnandosi a rispettare i contratti sottoscritti. In Italia finiranno le fughe in avanti alla Salvini, buon ultimo, che lasciano tutto come sta e giace. Confindustria nella parte degli energivori deve farsi interprete delle nuove esigenze del mercato se vuole mantenere il settore maturo dell'acciaio che vale un PIL di oltre € 70 miliardi e che talvolta opera in dumping, grazie a finanziamenti centrali e periferici: chi contribuì al collasso di Mediocredito nella regione F-VG e perché? Si apre una nuova partita che ci dirà se siamo in grado di reggere sull'acciaio dopo aver perso l'alluminio con la delocalizzazione della multinazionale Alcoa. Si devono smettere i vecchi e satanici riti sindacal-confindustriali che ad ogni tornata contrattuale chiamavano il governo a fare la parte del pollo da spennare che, alla fine, siamo noi contribuenti tutti. Renzo Riva Buja 3735102338 Via Avilla, 12/1 33030 Buja http://www.businessinternational.it/sponsor/pdf/nucleare_finlandese.pdf
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martedì 14 settembre 2021

La disgraziata era delle FER



Lettera inviata ai direttori della stampa locale.


Chiusura di una
partita di spesa


Gentile direttore,
finalmente hanno trovato la soluzione gli € 30 milioni di spesa da molti anni in attesa di progetti validi per il loro impiego.
Soluzione inventata di sana pianta per far finire la "addolorata" partita di spesa è il progetto del parco fotovoltaico di Codroipo.
Sarebbe utile che gli organismi regionali ci dessero almeno conto su quali risultati ha prodotto l'impegno assunto nell'anno 2009 in sede governativa per l'obiettivo del raggiungimento del 25% del consumo d'elettricità prodotta con le FER (Fonte Energia Rinnovabile) e per le quali furono dati cospicui finanziamenti.
Dopo mettiamoci una pietra tombale su questa disgraziata era delle energie alternative.

Renzo Riva
Buja


3735102338

Via Avilla, 12/1
33030 Buja


20210801_MV_
Messa al bando del fotovoltaico_01
 



20090408_MV_
25 percento FER irragiungibile


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domenica 30 dicembre 2018

Truffe targate EUROPA

L'invenzione dell'acqua

Ecco come la CE butta alle ortiche 
i soldi dei contribuenti
ovvero
  2'000'000
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Per portare kg 1 d'acqua da 10 °C a 100°C necessita una energia di circa kWh 0,1
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E= m cp dT
dove E è l'energia per scaldare una massa m con calore specifico a pressione costante cp e con un salto termico dT.
Esempio: con lo scaldabagno voglio scaldare 1 lt d'acqua dalla temperatura ambiente 10 °C a 100 °C (dT=90°C), allora:
m= 1 lt di acqua= 1 kg di acqua
cp= 1 kcal/kg (acqua) dove 1 kcal= kWh 0,00116222
E= kg 1*kWh/kcal*°C 0,00116222*90= kWh 0,1045998
Per portare 100 litri d'acqua con dT 90 °C necessitano
E= kWh/kg 0,1045998*kg 100= kWh 10,46
Per portare poi 1 kg d'acqua da 100 °C allo stato di vapore necessitano kcal 540 ovvero circa kWh 0,6276.
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Per ottenere kg 1 di acqua distillata 

partendo da acqua contaminata 

necessitano 

kWh (0,1046+0,6276)= 0,7322
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Pertanto
chi fornirà tale energia al fantomatico PC termodinamico
per dare 1 litro di acqua bevibile
solo con l'aggiunta dei necessari sali?
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Solo il SOLE?
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Al raffreddamento provvederà qualcuno soffiando sulla serpentina?
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Ecco una truffa sostenuta dai loro amici dello M5S nella piccola mastodontica europa.
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https://www.youtube.com/watch?v=A-p6aZnBNhE
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lunedì 10 luglio 2017

Mobilità elettrica

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AUTO ELETTRICA
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Se mi si chiede come vedo il futuro dell’autotrazione, rispondo che lo vedo elettrico. Ciò precisato, credo sia importante essere coscienti dei limiti di questo futuro. Non mi riferisco a limiti economici che potrebbero essere superati con la diffusione della tecnologia, né a limiti della stessa tecnologia che potrebbero essere superati con un avanzamento, ragionevolmente prevedibile, della stessa, attraverso la ricerca. Mi riferisco, piuttosto, ai limiti insormontabili, o per lo meno che ci appaiono tali, visto che nessuno ha la sfera di cristallo. Credo sia necessario esserne consapevoli per evitare di cullarsi in illusioni che potrebbero farci imboccare una strada sbagliata con rischi di conseguenze dolorose.

Innanzitutto: perché l’auto elettrica non si è sviluppata? Forse perché l’hanno inibita i petrolieri cattivi? No; semplicemente perché noi non sappiamo come immagazzinare energia elettrica in un contenitore trasportabile da una automobile con le caratteristiche delle automobili che usiamo. Non fatevi ammaliare da chi vi mostra un’auto apparentemente simile alla vostra, che sarebbe elettrica e con costo che dovrebbe abbattersi con la produzione su larga scala. Non vi stanno raccontando tutta la storia. Perché quell’auto, sostanzialmente priva di bagagliaio, è in realtà una batteria di accumulatori elettrici in movimento. 
L’energia da essi accumulabile dipende da quel che si chiama potenziale elettrochimico della sostanza attiva ed è inversamente proporzionale alla massa atomica della stessa. La tavola periodica degli elementi è nota, e noto è il potenziale elettrochimico di tutte le possibili sostanze attive, che è dell’ordine di grandezza di 1-10 volt, un valore, questo, che ha una ragione teorica consolidata per essere tale. Detto diversamente, questo valore è un limite naturale, che nessuna ricerca e nessun avanzamento tecnologico potrà superare.

Inversamente proporzionale alla massa atomica della sostanza attiva, abbiamo detto. Se si scorre la tavola periodica degli elementi, i primi in ordine di massa sono idrogeno, elio e litio. Ecco perché sono così appetibili le batterie al litio. L’idrogeno è ancora più leggero, ma ha quattro difetti cruciali: non esiste sulla Terra, è gassoso, è la molecola più piccola che c’è, è esplosivo; circostanze, tutte, che rendono utopica l’autotrazione a idrogeno, elettrica o a combustione che sia
Lo scrivevamo 7 anni fa, quando perfino il presidente Bush era ubriacato dalle prospettive che vendeva tale Jeremy Rifkin, tuttologo, dalle idee poche ma sicuramente fisse e confuse sui temi ove si è autonominato esperto. Comunque sia, a distanza di 7 anni Obama ha dovuto prendere atto che l’idrogeno era nato morto, e lo ha seppellito.

Una nostra utilitaria richiede una potenza di 50 kW e quindi ha bisogno un accumulo di 200 kWh per avere una autonomia di 4 ore. Il potenziale elettrochimico dell’elettrodo al litio è di 3 volt, cioè, facendo l’aritmetica, per garantire quella autonomia ci vogliono 20 kg di litio attivo, cioè 1000 kg di batterie al litio. Che occupano, appunto, l’intero bagagliaio. Scadute le 4 ore, bisogna fare il pieno, e per questo vi invito solo a riflettere al tempo necessario che impiega il vostro telefonino per ricaricarsi.

Insomma, se oggi la macchina elettrica costasse la metà di quella a benzina, tutti noi preferiremmo questa a quella. Ma il futuro dell’auto è molto probabilmente elettrico, dicevo. Per necessità: il carburante convenzionale non è infinito. Dovremo quindi convivere, ci piaccia o no perché non avremo scelta, con la trazione elettrica e con tutti i suoi fastidiosi limiti.

Come programmare questo futuro? Chi, non avendo capito tutto quanto sopra, ritenga che la ragione del mancato sviluppo della trazione elettrica sia l’assenza di una rete di infrastrutture, è portato a volerne avviare la realizzazione. Nulla di più sbagliato. Dobbiamo essere consapevoli che se il nostro parco auto fosse elettrico, sarebbe necessaria l’energia di 50 reattori nucleari, dedicati, per alimentarlo. Allora, o ci si impegna, tutti insieme, a sviluppare una potente industria elettronucleare o l’auto elettrica rimarrà, anch’essa, un’utopia. Per completezza: per alimentare quelle auto, anziché impegnare €150 miliardi nei 50 reattori nucleari, avremmo la scelta di impegnare €300 miliardi in 300.000 turbine eoliche (fatemelo ripetere: 300.000) o € 3000 miliardi in impianti fotovoltaici (fatemelo ripetere: € 3000 miliardi).
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Franco Battaglia
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giovedì 25 maggio 2017

Chiusura delle centrali termoelettronucleari. Quando?

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Mi sapreste dire con cosa producono l'energia elettrica alcuni paesi europei?

Eccovi una panoramica:

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Germania


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Italia


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Giappone


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Norvegia


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Svezia


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Danimarca


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Olanda


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Svizzera


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Costa Rica


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